GRANDI EMOZIONI, TANTO APPRENDIMENTO
In questo articolo vogliamo condividere l’insegnamento di Giorgio Nardone e le nostre particolari riflessioni.
Il prof. Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta, ha iniziato così:TU CHIAMALE SE VUOI… EMOZIONI
Per San Tommaso “non c’è nulla nell’intelletto che non passi prima per i sensi”.
Non si interviene sulle emozioni a partire dalle cognizioni ma viceversa: se vuoi cambiare l’intelletto devi toccare il cuore, introdurre il cambiamento partendo dalle emozioni che cambiano la percezione della realtà. Cambiare le percezioni per cambiare azioni e reazioni.
Il 5 luglio 2017 abbiamo incontrato il Prof. Giorgio Nardone in un incontro per gli abbonati al servizio di Aggiornamento Permanete della THE EUROPEAN HOUSE AMBROSETTI ed abbiamo apprezzato la sua giovinezza interiore e la sapienza con la quale ci ha parlato di:
Gestire e valorizzare le emozioni sul lavoro.
Giorgio Nardone ci parla di un dilemma posto ai manager della Coca-cola: torno a casa per fare una sorpresa a mia moglie. Sento dei gemiti al piano di sopra e la trovo con un altro: cosa faccio?
Sono arrivate le risposte più disparate da parte dei manager: ognuno dà risposte differenti, si scatena energia emotiva che va oltre il pensiero razionale. Avete trovato una soluzione? No, perché non può esserci una soluzione razionale, la ragione collassa si ragiona di pancia, di paleo-encefalo, la parte più antica del nostro cervello e non si passa per la corteccia cerebrale.
Per esempio con la PAURA. Ciò che scatta nel mio organismo è immediato: l’attacco di panico mi devasta prima che possa ragionarci sopra. Per la paura ci sono due drive: il primo è quello del paleo-encefalo (amigdala), che comanda al nostro cervello la fuga/il combattimento o l’immobilità (il Freeze). Il secondo drive è quello della corteccia cerebrale, cioè quello della coscienza: ma arriva dopo. Le emozioni scatenate da sensazioni sono drive così rapidi che non abbiamo possibilità di controllo con la ragione: dobbiamo lavorare affinché arrivi una reazione idonea in millesimi di secondo.
Dunque, continua Giorgio Nardone, dobbiamo imparare a gestire le nostre emozioni senza perderne il controllo: ma non si tratta di un controllo cognitivo, di consapevolezza. Ma di una reazione immediata, spontanea. Con le emozioni dobbiamo imparare a partire dal illogico per arrivare al logico, non si devono forzare le emozioni attraverso le cognizioni: se cerchiamo di controllarle la esasperiamo.
Quello della coscienza è un pianeta poco esplorato anche dagli psicologi: ci sono ambivalenze e non linearità. Il dilemma della coscienza è una delle grandi sfide delle neuroscienze. Come nasce? Qual è il salto dalla chimica alla coscienza, nessuno l’ha capito. La coscienza è stata sempre etichettata come la capacità di dominare gli istinti ma le due cose non sono disgiunte anzi molte cose che facciamo nella nostra mente sono al di fuori della coscienza.
Tornando al dilemma dei manager della Coca-Cola: quale decisione prendere dopo il tradimento? che faccio la lascio o lo lascio o resto con lei? La decisione è mia, devo comunicare con la parte più profonda di me, devo mettermi “sull’orlo del precipizio”, devo immaginare di essere senza quella persona: posso fare a meno di lei o no?
Bisogna avere il coraggio di soffrire, per finire di soffrire.
Devo andare a smuovere le emozioni più viscerali. Supererò il dolore del tradimento se avrò un dolore più grande, con la sofferenza stessa. Sulla base di quello che sento, sceglierò quello che è giusto sbagliato. Si tratta di dilemmi che non si possono superare con la logica. Anche se spesso le emozioni ci fregano, ci tradiscono. Alla fine quel seminario in coca-cola andato molto bene anche se nessuno ha deciso di tornare a casa prima 🙂