LA METAFORA DELLA PECORA NERA.
Un evento inatteso è il grande nemico delle imprese e delle organizzazioni, per i suoi effetti potenzialmente devastanti.
Ma anche se tutti in generale pensano così, facendo notare quasi esclusivamente gli effetti distruttivi, in realtà gli eventi totalmente inaspettati e sconcertanti possono rappresentare anche la salvezza delle organizzazioni e delle imprese.
L’inatteso può essere il dono più grande. Se, infatti, guardiamo bene dentro le dinamiche delle nostre organizzazioni, economiche e non, ci accorgiamo che il vero grande nemico, è la tendenza, invincibile (combatto da anni contro questo atteggiamento e molte volte vedo che è realmente immutabile) alla creazione di procedure gestionali rigide, costruite sull’osservazione del passato o su tecnicismi del passato (sono simili all’armatura imposta da Saul al giovane Davide che dopo avrebbe sconfitto Golia con la sola fionda) e che quindi impediscono la comprensione dell’arrivo delle grandi novità.
La gestione che “guida l’oggi guardando indietro” (tecnicamente si chiama Forecasting, cioè innovazione senza osservazione del nuovo) fa ‘conoscere’ solo ciò che si sapeva già; uno sguardo retroattivo che trasforma la vita in morte.
Non voglio impressionarti, ma ho visto molte aziende chiudere definitivamente per questo motivo.
Il pericolo veramente grave delle organizzazioni non sta allora negli eventi “straordinariamente negativi” ma nella loro gestione, troppo e molto spesso sbagliata.
L’errore più comune nasce dal timore dell’arrivo nell’organizzazione di un “personaggio diverso” (uno che sembra non volersi allineare alle rigide regole organizzative), una pecora nera che porta alla contrarietà ogni pecora bianca (allineata).
Per il terrore, che nella nostra impresa, si insinui una pecora nera si resta così tutti nella monotonia e nella uniformità di un mondo monocolore, e si perde la bellezza e la biodiversità.
“Questo ci rovina tutta l’organizzazione”, “questo è un soggetto pericoloso, bisogna emarginarlo”. Ecc. Ecc.
Consoci queste frasi? Le hai dette anche tu qualche volta?
Ma di cosa si ha paura? Quale danno può fare una persona così diversa?
Non possiamo saperlo al primo sguardo, e neanche al secondo – spesso solo alla fine. Ed è qui che sta qui il suo terribile e stupendo mistero.
Pensaci un po’. Se blocchiamo tutti i colori diversi dal nostro, forse preveniamo l’arrivo di una pecora nera ma di certo impediamo alle novità vere e buone di arrivare, maturare e portare i loro frutti e le innovazioni utili alla nostra impresa.
Una delle trappole relazionali che rendono le organizzazioni molto meno creative, vitali e innovative di quanto potrebbero essere è, infatti, la lotta più o meno consapevole, tra i manager (o i capi reparto) e le potenziali pecore nere, che fanno di tutto per farli rientrare nelle logiche prescrittive dell’organizzazione (gregge).
Mentre come ben sai l’innovazione vera è legata a persone che per poter agire al massimo delle loro potenzialità non possono essere gestite con i tipici ed obsoleti strumenti manageriali.
Oggi stiamo finalmente capendo che le organizzazioni vitali e capaci di generare cose veramente nuove devono rinunciare alla pretesa di governare e controllare le loro persone, perché nelle dinamiche veramente decisive le persone sono ingovernabili, perché se fossero totalmente governate perderebbero la componente più innovativa della loro creatività.
La metafora della pecora nera è dunque un buon espediente retorico per iniziare un discorso sulla gestione delle novità vere nelle organizzazioni, nelle persone e nelle regole di Governance.
Ma di questo parliamo in un prossimo articolo.
Roberto Lorusso
Founder Ceo Duc in altum srl