IL CAMBIO DI PARADIGMA
Come uscire dagli schemi per creare nuove opportunità.
“Nulla è permanente, tranne il cambiamento”.
Il panta rei di Eraclito fa da apertura al laboratorio di Filomena Palumbo, incentrato proprio sull’attitudine, la predisposizione e la volontà di cambiare di ognuno di noi. Siamo partiti proprio dalla parola “Cambiamento”, posta al centro di un sole in corrispondenza dei cui raggi ciascun partecipante ha poi inserito le parole associate al proprio personale concetto di cambiamento. Nella pluralità delle interpretazioni, alcune positive, altre negative, abbiamo capito che ognuno ha la propria visione del mondo e delle cose che ci circondano e che ciò che riusciamo a cogliere della realtà è soltanto un’interpretazione della stessa.
I ricordi, le esperienze, le nostre credenze, le convinzioni, i valori e il linguaggio non sono altro che i nostri personali filtri con cui costruiamo la nostra mappa interpretativa del mondo e degli eventi. E questa nostra visione parziale, genera in maniera automatica percezioni, pensieri e comportamenti conseguenti. Quello che vediamo lo incorniciamo a nostro modo.
Per poter fare un salto verso il cambiamento dobbiamo lavorare sulle nostre cornici, integrando anche le visioni degli altri per riuscire a vedere la “big picture”, e poter così affrontare i problemi guardandoli in maniera più ampia, da una prospettiva migliore e più favorevole. Ma ci vuole consapevolezza e allenamento, ascolto e verifica: il mettersi in gioco accogliendo i punti di vista degli altri è un buon punto di partenza.
Per aumentare le nostre chance di muoverci verso il cambiamento desiderato, dobbiamo quindi fare un reframing del nostro modo di interpretare la realtà, che dalla scarsità (il focalizzarsi su quello che ci manca) ci guidi verso l’abbondanza (dove e come si può migliorare). Solo uscendo dal nostro solito modo ordinario di vedere le cose possiamo fare il vero salto verso lo straordinario, abbandonando la nostra “zona di comfort”, dove il crogiolarci negli “agi” non vuol dire affatto benessere, ma è piuttosto sinonimo di staticità.
E fermi nelle nostre convinzioni non riusciremo mai a uscire dagli schemi, a pensare “out of the box”, e a favorire processi di innovazione e cambiamento: i partecipanti lo hanno sperimentato di persona, con un esercizio intrigante. La sfida consisteva nel riuscire a unire 9 punti che formavano un quadrato, tracciando solo 4 righe e senza mai staccare la penna dal foglio. Nella sorpresa generale è emerso come il quadrato in realtà non esisteva: la nostra percezione lo vedeva e il trucco per riuscire nell’esercizio era quello di tracciare delle righe che andassero fuori dalla cornice del nostro “quadrato” immaginario.
Ecco dunque dimostrato come il nostro modo solito di vedere le cose, queste nostre convinzioni limitanti come il “non sarò mai capace di”, ci bloccano nei nostri processi di crescita, e spesso diventano profezie che si auto-avverano: non sono specchio della realtà, bensì alla fine la creano la realtà.
Dobbiamo essere in grado di cambiare rotta, trasformando le convinzioni limitanti in convinzioni potenzianti attraverso un processo in tre fasi: 1.Pensare; 2.Immaginare; 3. Agire, su cui abbiamo lavorato, ognuno pensando a una propria specifica condizione limitante, sempre guidati dalla nostra Business Coach Filomena Palumbo: un primo passo verso un cambio di paradigma desiderato che ci consenta di uscire dalla nostra ristretta cornice, ricordandoci sempre, citando Pollard che “l’opinione è un’idea che possediamo; la convinzione è un’idea che possiede noi”.
Davide Dabbicco