ABBRACCIARE IL NUOVO
LA NECESSITÀ DI USCIRE DALLA PROPRIA ZONA DI COMFORT PER RICERCARE I NECESSARI INCREMENTI DI PRODUTTIVITÀ E PRESTAZIONI
Un laboratorio de i14-Soft Skill Labs gestito dalla Water Academy di Acquedotto Pugliese, con la presenza di Monica Leonetti, psicologa del lavoro, psicoterapeuta e training manager e di Pierpaolo Filograsso, Esperto in HR, organizzazione e sistemi di gestione.
I due si sono alternati, soffermandosi rispettivamente sul risvolto psicologico e manageriale-organizzativo del tema della “Comfort Zone”.
Monica Leonetti ha subito gestito il classico “giro di tavolo”, intervistando ciascuno dei quaranta partecipanti all’incontro che, oltre a presentarsi, hanno dichiarato quale fosse la propria, personalissima zona di comfort.
Svariate le interpretazioni e puntuali i commenti a supporto offerti dalla docente. Mancanza di volontà, paura di cambiare, mancanza di sicurezza in se stessi, area di non crescita, no-war zone, sensazione di apparente benessere che ti rende fermo, ed altro ancora: ciascuno ha espresso la propria visione, fino a quando non abbiamo capito che per uscire da questa area di comfort dobbiamo avere una prospettiva e fare un semplice passo in avanti.
Dopo una necessaria e rifocillante pausa caffè, è toccato a Pierpaolo Filograsso che, partendo dal lavoro di Alasdair White “From Comfort Zone to Performance Management”, affronta l’argomento e definisce la zona di comfort:
“uno stato comportamentale all’interno del quale una persona opera in una condizione di ansia-neutrale, utilizzando un insieme limitato di comportamenti atti a fornire un livello di prestazioni costante, di solito senza senso di rischio”. Da questa posizione “evitiamo tutte le novità eccessive e le situazioni che potrebbero farci mettere in discussione. Abbiamo un minor controllo sugli eventi, essendo fuori dalla nostra “normalità”, e temiamo di commettere errori, di soffrire, di fallire”.
In seguito individua, prendendo spunto da John Wood, i cinque fattori chiave per uscirne ed entrare nella cosiddetta “Learning zone”, l’area dell’apprendimento:
- Avere una chiara visione dell’obiettivo;
- Gli obiettivi audaci attraggono persone audaci;
- Non aver paura di chiedere aiuto, collaborazione;
- Mai farsi abbattere dai piccoli fallimenti;
- Fidarsi del proprio istinto.
Ecco che, una volta fuori dalla nostra zona di comfort scopriamo come, dopo la scelta di un salto nell’ignoto, entreremo in una nuova zona di comfort, più grande di quella precedente grazie all’apprendimento acquisito, da cui in futuro tenteremo di uscirne nuovamente.
Le conclusioni sono state affidate a Roberto Lorusso che ha posto un integrante quesito relativo proprio al tema della scelta: “organizziamo un’impresa e le persone al proprio interno per fare semplicemente le cose o per renderle capaci di fare delle scelte?”, indicando nella capacità di ascolto una vera e propria funzione organizzativa finalizzata all’acquisizione di competenze che ci permettano di “scegliere”, appunto.
Il laboratorio si è concluso facendo dono a tutti i partecipanti del libro “Oltre ogni comoda certezza – Dalla Comfort Zone alla proattività”, scritto da Pietro Scrimieri, Direttore Risorse Umane e Organizzazione Acquedotto Pugliese SpA e fondatore della Water Academy, con l’importante contributo dello stesso Filograsso.
Davide Dabbicco